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Carrello

TIPOLOGIA: Corto

TEMA: Divergenza

TITOLO: “Float”

DURATA: 7 min

REGIA: Bobby Rubio

CAST: Bobby Rubio, Eli Fucile, Luna Watson, Mika Kubo.

GENERE: Animazione

CLASSIFICAZIONE: 🟢 *

TRAMA

Un papà sta giocando con il figlio neonato Alex nel cortile di casa sua quando quest’ultimo inizia ad attirare lo sguardo delle persone vicine vedendolo fluttuare nell’aria: sarà proprio questa sua caratteristica a portare suo padre a vivere da eremita cercando di nascondere il loro segreto… 

COMMENTO PERSONALE **

All’apparenza questo corto pare incastrarci poco con il tema della disabilità, ma in realtà una volta che si è arrivate e arrivati alla fine, e riflettuto su quanto si è visto nei pochi minuti trascorsi, si comprende bene come il messaggio finale sia trasversale: “Float” parla infatti in senso esteso di diversità, anzi di divergenza visto come il bambino viene visto in malo modo da chi gli sta intorno (tranne ovviamente da suo padre) solo perché ha l’insolita capacità di volare.

Se vogliamo evitare spoiler resta poco da dire, se non il mio consiglio di guardarlo perché vale la pena, a parer mio, ricordarci come sia sbagliato alzare muri per separarci da ciò che ci appare strano, semplicemente perché ha abilità o modalità di vita diverse dalle nostre. E “Float”, nella sua estrema semplicità, sa ricordarcelo con efficacia, costruendo un messaggio davvero adatto a molte situazioni di minoranza, con l’obiettivo che tante e tanti come il protagonista siano presto inclusi a pieno.

  • PRO: Semplicità del messaggio trasversale.
  • CONTRO: Nessuno, però avrei preferito un finale con un lieto fine più evidente ed esplicito.

* LEGENDA CLASSIFICAZIONE:
🔴 = parla di disabilità in modo totalmente sbagliato (con pietismo, compassione, «inspiration porn» o eccessiva «romanticizzazione») e inoltre ha una pessima trama, banale o emotivamente ruffiana, facendo leva sulla pancia del pubblico;
🟡 = parla di disabilità non del tutto correttamente a livello concettuale ma ha una trama molto piacevole, emozionante, divertente o con punti interessanti (insomma, rappresenta comunque un buon prodotto di intrattenimento, così godibile però da non far pensare allo spettatore medio che quello che sta guardando non è proprio inclusivo);
🟢 = parla di disabilità in modo perfetto e ha pure una storia che funziona, accattivante, riuscendo a coinvolgere e a emozionare chi guarda in modo “sano”, senza ricorrere a un pietismo dannoso.

** DISCLAIMER:
Ogni commento a film, docu e serie TV è puramente personale: l’analisi sul fronte “inclusione” si fonda sempre su uno studio multidisciplinare ed esperienza professionale, mentre non c’è alcuna intenzione di dare pareri tecnici cinematografici, non avendo specifiche competenze in materia. Ricordo inoltre che l’arte resta ovviamente in gran parte soggettiva, perciò tutte le altre opinioni (compreso quelle divergenti) meritano rispetto e sono valide, basandosi sulle proprie emozioni. Fanno parte di questa lista quei titoli entrati nella grande distribuzione come Cinema, Netflix o Amazon Video; sono quindi escluse opere, soprattutto amatoriali, che sarebbero invece difficilmente reperibili.