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TIPOLOGIA: Film

TEMA: Disabilità intellettiva (malattie psichiatriche)

TITOLO: “Qualcuno volò sul nido del cuculo”

DURATA: 133 min

REGIA: Miloš Forman

CAST: Jack Nicholson, Louise Fletcher, Will Sampson, Brad Dourif, Christopher Lloyd, William Redfield, Sydney Lassick, Danny DeVito, Vincent Schiavelli, Peter Brocco…

GENERE: Drammatico, commedia

CLASSIFICAZIONE: 🟢 *

TRAMA

Nel 1963 un uomo di nome Randle Patrick McMurphy, incarcerato per aver fatto sesso con una quindicenne, viene ricoverato all’ospedale psichiatrico di Salem per non finire ai lavori forzati. Il dottor John Spivey, primario della struttura, spiega a McMurphy che dovrà essere trattenuto per essere osservato e che, nel caso in cui non gli vengano diagnosticati disturbi mentali, ritornerà a scontare la propria pena in carcere. 

Nonostante ciò, McMurphy infrange le regole previste comportandosi in malo modo, creando spesso uno scompiglio goliardico: questo porta il protagonista ad essere creduto aggressivo e a subire un elettroshock per essere placato, ma non basterà a impedire agli altri degenti di provare a esprimere liberamente, a loro volta, le loro necessità, opponendosi alla rigida disciplina imposta dalla caporeparto, acquistando sempre di più la consapevolezza di una loro rispettabile dignità…

COMMENTO PERSONALE **

“Qualcuno volò sul nido del cuculo” è un capolavoro del cinema tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962: per la prima volta in modo così approfondito viene trattato il tema della salute mentale e della sua gestione all’interno degli ospedali psichiatrici statali, denunciando i trattamenti riservati ai pazienti che ben poco avevano a che fare con il rispetto della dignità e dei diritti umani.

Il clima che viene descritto, fortemente criticato come d’altronde tutto il sistema, è un clima discriminatorio, dove i soprusi e la coercizione sono all’ordine del giorno attraverso la prevaricazione da parte del personale verso i pazienti che, imprevedibili per la loro instabilità mentale, potevano rappresentare anche una minaccia di violenza da contenere.

Un film che sa farsi documentario, rappresentando in modo fedele la cultura e le regole all’interno degli allora “manicomi”, oggi “ospedali psichiatrici”, in una denuncia sociale potente ed efficace, in grado anche di commuovere in alcune scene se si pensa che, per certi versi, la stessa struttura può essere considerata un’allegoria della società di quegli anni, dove era forte la sfiducia verso le istituzioni e in cui tutto ciò che appariva divergente, disabilità mentale in primis, veniva facilmente emarginato e denigrato, privato di quella libertà la cui riconquista ha sempre avuto un caro prezzo. Tutte tematiche drammaticamente attuali che rendono “Qualcuno volò sul nido del cuculo” una perla senza tempo.

  • PRO: La rappresentazione fedele degli ospedali psichiatrici e della loro organizzazione interna, nonché della loro trasposizione a livello sociale, con un forte senso di denuncia.
  • CONTRO: Nessuno in particolare.

* LEGENDA CLASSIFICAZIONE:
🔴 = parla di disabilità in modo totalmente sbagliato (con pietismo, compassione, «inspiration porn» o eccessiva «romanticizzazione») e inoltre ha una pessima trama, banale o emotivamente ruffiana, facendo leva sulla pancia del pubblico;
🟡 = parla di disabilità non del tutto correttamente a livello concettuale ma ha una trama molto piacevole, emozionante, divertente o con punti interessanti (insomma, rappresenta comunque un buon prodotto di intrattenimento, così godibile però da non far pensare allo spettatore medio che quello che sta guardando non è proprio inclusivo);
🟢 = parla di disabilità in modo perfetto e ha pure una storia che funziona, accattivante, riuscendo a coinvolgere e a emozionare chi guarda in modo “sano”, senza ricorrere a un pietismo dannoso.

** DISCLAIMER:
Ogni commento a film, docu e serie TV è puramente personale: l’analisi sul fronte “inclusione” si fonda sempre su uno studio multidisciplinare ed esperienza professionale, mentre non c’è alcuna intenzione di dare pareri tecnici cinematografici, non avendo specifiche competenze in materia. Ricordo inoltre che l’arte resta ovviamente in gran parte soggettiva, perciò tutte le altre opinioni (compreso quelle divergenti) meritano rispetto e sono valide, basandosi sulle proprie emozioni. Fanno parte di questa lista quei titoli entrati nella grande distribuzione come Cinema, Netflix o Amazon Video; sono quindi escluse opere, soprattutto amatoriali, che sarebbero invece difficilmente reperibili.