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Questa foto è un ulteriore colpo al cuore: siamo davanti al più grande accanimento morboso di distrazione di massa. Mi chiedo senza migranti di cosa avrebbe parlato Matteo Salvini, pur di nascondere le proprie incapacità e i reati commessi (compreso quello di istigazione all’odio, quotidiano, anche verso ragazzi con disabilità – come non ricordare la gogna contro un ragazzo autistico…).

Siamo il Paese che augura stupri ”a quattro a quattro” ad una Capitana che ha salvato vite umane, tra dietrologie e complottismi in nome di un patriottismo di comodo (quanti terremotati italiani ospita chi urla “prima gli italiani” come un disco rotto? A quante cene di Natale o San Silvestro avranno servito alla mensa delle Caritas di turno? Quanti abiti regaleranno, ogni mese, ai nostri senzatetto?). Al tempo stesso siamo un Paese che difendeva e difende ostinatamente i due Marò, Latorre e Girone, perché “la divisa va rispettata”, e chi se ne importa se sono colpevoli di aver ucciso due pescatori indiani a casa loro, innocenti.

Siamo il Paese dalla memoria troppo corta. Soprattutto quando il Ministro dell’Interno cita Don Milani: era il 2015 e quel tweet diceva “A leggi sbagliate si deve disobbedire finché non cambia, e in Italia sono tante”.
Mi chiedo quanto giusta sia una legge che lascia marcire in mare dei disperati, quando la legge di quello stesso mare imporrebbe il loro salvataggio. E poi mi chiedo dove fosse Matteo Salvini mentre in Europa si discuteva la modifica del Regolamento di Dublino a Lussemburgo.

Per la prima risposta lascio spazio alla vostra coscienza. Per la seconda, tranquilli, vi risparmio il tempo e la fatica di googlare: era in piena campagna elettorale, in Lombardia, a raccontare di quei paurosi uomini neri che arrivano da lontano, stipati a centinaia su barconi pieni di piscio e merda, come notoriamente arrivano i peggiori terroristi internazionali…
Sarà forse che di risolvere il problema, Matteo Salvini, non ha molto interesse? Chissà.

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